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mercoledì 23 ottobre 2013

Suburi e Kihon

Suburi, è lʼesercizio dei movimenti della spada, o delle armi in generale. Come dicevano molti Maestri di spada, bastano dieci-venti minuti al giorno di Suburi per fare notevoli salti di qualità nella propria pratica. Quindi: Shomenuchi, Yokomenuchi, Douchi, Suneuchi, Tsuki, ecc. sono da praticare costantemente, senza pensare che il proprio livello, possa essere esonerato da questa pratica.

✦ Noti sono i racconti di famosi Maestri spadaccini che ritiratisi in meditazione in cima ad un monte, nei pressi di un monastero, si concentrarono solo nellʼesecuzione di colpi (Suburi) o estrazioni (Battō). Questo era finalizzato per comprendere più profondamente le leggi che muovono la spada. Usciti da queste immersioni estenuanti, alcuni di questi Maestri poi, crearono nuove scuole; alcune anche incentrate su un colpo particolare.

Kihon, che in italiano si può tradurre con le parole "base" o "rudimenti". La parola Kihon è composta da due sezioni: Ki (fondamenta o radici) e Hon (base). Visualizzando gli ideogrammi delle due sezioni si nota che Ki è formato da due parti, una che simboleggia la terra e l'altra rappresenta l'inizio; Hon, invece, mostra un albero le cui radici sono rivolte verso il basso. Il significato dunque della parola Kihon è quella di porre delle solide fondamenta, delle profonde radici per poter costruire qualche cosa di duraturo. Nella cultura giapponese viene data molta importanza alla preparazione prima di mettere mano a qualunque progetto ed è importante essere padroni delle basi di qualunque disciplina, prima di progredire in essa.

✦ NellʼAikido ci sono diversi Kihon a seconda dei maestri e della linea seguita: Aikikai Hombu, Yoshinkan, Iwama, Shodokan, Yoseikan, ecc.

domenica 20 ottobre 2013

Stage di Hoki Ryu tenuto da Kumai Sensei

Sabato 2 e domenica 3 Novembre si terrà a Milano, presso la Palestra La Comune in via Novara 97, lo stage di Hoki Ryu-Iaijutsu tenuto da Kumai Sensei. Lo stage sarà aperto a principianti ed avanzati, il costo sarà di 60€ per tutto lo stage, 50€ per la sola giornata di domenica e 40€ per mezza giornata, Gli orari saranno i seguenti: sabato dalle 15.00 alle 18.00; domenica dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00. 


lunedì 14 ottobre 2013

Da non perdere!

Mercoledì 16 Ottobre, dalle 20.30 alle 21.10 ca. il Maestro Andrea Re verrà intervistato sull'Arte della Spada! La trasmissione sarà in diretta on line al seguente indirizzo: http://bit.ly/infoxamici. Non perdetelo!


venerdì 11 ottobre 2013

Mushotoku

Se non pensiamo che al solo risultato, che al frutto, con la nostra coscienza personale, non possiamo concentrarci né lasciar manifestare pienamente la nostra energia. Se si produce solamente lo sforzo, allora, il più grande frutto apparirà inconsciamente, naturalmente." 
(Taisen Deshimaru Roshi)

Nelle Arti Marziali è la stessa cosa: studiando una tecnica, infatti, è indispensabile concentrarsi esattamente ed esclusivamente sul qui ed ora, sulla tecnica (waza), e non sul fatto di dover soggiogare il nostro compagno ad ogni costo. Colpire o atterrare il nostro compagno è una conseguenza della tecnica, e non lo scopo. Lo scopo della tecnica è la tecnica stessa. Infatti, se nell'eseguire una qualsiasi tecnica si ha come obiettivo primario quello di vincere il nostro compagno, inevitabilmente non si è concentrati sui punti fondamentali della tecnica; viceversa, ponendo l'attenzione solo sulla tecnica, colpirlo o atterrarlo non sarà che una naturale conseguenza. Quindi, praticando lʼArte Marziale, l'atteggiamento mentale da assumere è quello che nello zen è detto mushotoku, cioè “lo spirito del non profitto”: liberarsi dal passato (paura del fallimento) e dal futuro (attaccamento al risultato) e vivere pienamente, qui ed ora, il presente. Attraverso la pratica mushotoku, a poco a poco, si impara a non perdere di vista il presente e a porre la massima attenzione ad ogni piccolo gesto, assaporando il gusto di quello che si sta facendo. Una delle debolezze della nostra cultura è il "fare per...": qualsiasi cosa noi facciamo, la facciamo per un motivo, per uno scopo. In questo modo, però, capita spesso di perdere di vista quello che stiamo facendo, protèsi come siamo verso il traguardo finale, verso il risultato. Se, alla fine, questo risultato non dovesse, per i più disparati motivi, arrivare, nascono inevitabili frustrazioni. Modificare questo atteggiamento mentale non è sicuramente facile, ma è assolutamente necessario per praticare la propria Arte Marziale in modo vero. Ed ecco che, allora, la pratica assume tutto un altro significato rispetto alle concezioni abituali, lontano dal "fare per...": non si fa per vincere qualche medaglia o per imparare a difendersi, ma solo per il gusto di fare dellʼArte, così, senza scopo.
Fonti: Kenshinkan.it

mercoledì 9 ottobre 2013

Remember...

Domenica prossima 13 Ottobre si svolgerà lo stage di Katori Shinto Ryu Hatakeyama-ha tenuto dal Maestro Andrea Re a Torino presso la palestra "Accademia Torino". Lo stage è valido ai fini dei Crediti Formativi dell'Accademia Italiana di Spada Giapponese.


martedì 8 ottobre 2013

Aikidō e Spada Giapponese Katori Shintō Ryū a Torino


Il 4 ottobre si è tenuto a Torino presso lo Ken Yu Shin Dojo, il primo incontro tra l'Aikido e la Koryu di Spada Giapponese Katori Shinto Ryu.
Il maestro Piero Villaverde 6°Dan dell'Aikikai d'Italia e di Tokyo, all'interno della sua lezione mensile del sabato mattina, ha invitato il nostro Maestro Andrea Re per una lezione introduttiva sul Kenjutsu del Katori Shinto Ryu.



Incontro sulla Spada Giapponese

Pubblichiamo il bellissimo articolo dell'amico Michelangelo Stillante sull'incontro riguardante la Spada Giapponese, tenuto a Milano il 3 ottobre presso il Museo dell'arte e della Scienza di Milano.
Buona Lettura.

  • Definizione di tachi e katana
  • Katana come elemento centrale della vita dei samurai
  • La katana come forma artistica
  • La tecnica della forgiatura
  • Classificazione in base alla lunghezza

La nuova spada, la nuova tipologia chiamata katana, iniziò a manifestarsi intorno al 1480, nel periodo Muromachi, quando ancora questo periodo di produzione viene classificato come Koto o vecchia spada. Tale periodo viene stimato durare fino al 1600, quando nella storia del nihonto iniziò il periodo Shinto o della nuova spada e storicamente parlando iniziò il periodo Edo, dal nome della nuova capitale ove la dinastia Tokugawa stabilì la sua sede. Inizia allora un lungo periodo di pace, che comporta profondi cambiamenti anche nell'armamento del samurai. Sostanzialmente possiamo dire che le differenze tra il pre e post Edo sono da ricercare soprattutto nell'adozione del wakizashi (la spada più corta portata dai samurai insieme alla katana) al posto del tanto (pugnale) e dall'adozione di una spada meno lunga e dalla curvatura (sori) meno pronunciata.
Quindi dall'inizio del periodo Tokugawa (1603) fino al XIX secolo inoltrato (1868, inizio del periodo Meiji) la combinazione daisho, formata dalla katana (dai to, spada lunga) e del wakizashi (sho to, spada corta), fu oggetto di attenzione perfezionista sia utilitaristica che ornamentale, armando la mano di innumerevoli samurai - famosi e non - che si potessero permettere i servizi di un armaiolo stimato o di “periferia”. Nell'ultimo quarto del XIX secolo il daisho venne proibito per legge (con l'emanazione dell'haito rei, 1876) e per non perdere la tradizione l’arte della spada giapponese divenne più ornamentale, senza scopi bellicosi, pur non perdendo la sua potenziale efficacia.

La principale differenza tra la katana e il tachi consiste in due elementi, l’uno strutturale l’altro ornamentale. Strutturalmente parlando la katana ha la curvatura della lama più verso il centro della stessa (torii zori), il tachi più verso il collo, l’impugnatura (koshi zori). La differenza ornamentale è che la katana viene portata con il filo della lama verso l’alto ed infilata alla cintola degli abiti civili, il tachi viene portato appeso in orizzontale al fianco dell'armatura e con il taglio verso il basso. Inoltre la katana era usata per i combattimento tra due “appiedati”, mentre il tachi nei combattimenti a cavallo o dal cavallo contro la fanteria ed è per questa ragione normalmente più lungo (si considera misura normale per un tachi una lunghezza di lama (nagasa) superiore a 75 cm.

Per valutare la bellezza di una katana, una delle caratteristiche che viene maggiormente presa in considerazione è la sua punta okissaki (vedi la terminologia della lama su questo sito). Pur non avendo mai incontrato Fidia, Fibonacci o Pacioli, gli armaioli giapponesi arrivano a stabilire delle proporzioni tra le parti della punta di una katana, o tra la punta e la lunghezza delle katana stessa, che sono quelle della sezione aurea, stabilendo così una proporzione di bellezza ed efficacia che dura da secoli. Si passa poi alla linea di tempra o hamon, cioè quella parte tagliente della lama dove si possono vedere complessi disegni, accuratamente classificati dagli esperti e che forniscono importanti informazioni per l'identificazione dell'epoca (jidai), della scuola (den) e del maestro spadaio (kaji).


Anche in questo caso compare l’eterno simbolo del Giappone, il monte Fuji o Fuji-san, tipico della scuola Hosokawa. Nella immagine a lato vediamo infatti l'oshigata di una lama di Hosokawa Masayoshi, in cui il disegno dell'hamon, in direzione del kissaki, richiama effettivamente il profilo del monte Fuji. Nella fabbricazione delle lame gli spadai si confrontavano anche con le fasi lunari, perché ritenevano che potessero influire e infondere nella katana uno spirito diverso a seconda della fase in cui si cominciava. Non solo, ma questo poteva incidere anche nella scelta della spada da parte di un samurai. Una leggenda narra di una sfida tra due armaioli, Muramasa e Masamune nella costruzione di una katana. Immerse nell’acqua di un torrente per valutare chi riusciva a tagliare cosa e pur essendo molto taglienti entrambe, la lama del primo tagliava qualunque cosa l’attraversasse mentre la lama del secondo non tagliava nulla, le foglie trascinate dalla corrente sembrava evitassero di proposito il taglio della lama. Nella valutazione la seconda venne preferita con la seguente giustificazione : “La prima spada è senza dubbio una spada tagliente, ma è portatrice di sangue, una spada malvagia che non fa differenza fra ciò che taglia. Può essere buona per tagliare farfalle così come teste. La seconda è notevolmente più tagliente delle due, e non taglia senza motivo ciò che è innocente". (da wikipedia)

Le caratteristiche che contraddistinguono una lama vanno ricercate nella sua rigidità, infrangibilità e capacità di taglio. Oltre che la lavorazione e alla scelta del “tempo“ (la lama si forgiava nel mese più freddo o nel più caldo) anche il materiale è importante, sia in qualità che in quantità. Da circa tre tonnellate di materiale di ferro acciaioso con varie percentuali di carbonio, si arriva, dopo un periodo di miscelatura, fusione e raffreddamento della durata di 72 ore nel forno tradizionale tatara a circa una tonnellata di materiale su cui lavorare e forgiare la lama. Scelta di tempo, esecuzione della tempra, temperatura dell’acqua, del fuoco e colore della lama incandescente: questi sono gli ingredienti da misurare per la riuscita di una lama, ma gli ultimi tre sono quelli segreti che un mastro spadaio non rivelerebbe mai.

Analizzata in sezione la lama di una katana del tipo sanmae ossia composta mediante l'unione di tre diverse barre presenta al centro una parte di acciaio morbido, detto shingane, che fornisce alla lama flessibilità e infrangibilità. Questo nocciolo morbido è avvolto da un involucro esterno di acciaio più duro, detto hagane, che rende la lama tagliente e rigida. È presente in varie percentuali e in varie parti della lama, normalmente sui lati, anche una parte di kawagane, o acciaio morbido. La miscela e suddivisione nelle differenti parti della lama di queste tre componenti rende la lama personalizzata, a seconda del materiale utilizzato e delle tecniche costruttive adottate nella scuola, nella località di produzione o dal mastro spadaio che la forgerà.

Questa struttura viene raggiunta con la lavorazione della lama in fase di forgiatura, quando l’acciaio viene lavorato, battuto, tagliato e ripiegato fino a 20 volte per raggiungere lo stato desiderato, creando anche centinaia di migliaia di strati di damascatura talmente fine che è difficile apprezzarla ma che costituisce comunque un'altra delle firme del kaji sulla lama.

Caratteristiche della lama e capacità di taglio sono quindi le caratteristiche fondamentali per la valutazione di una katana. Anche la lunghezza della lama (nagasa) viene quindi analizzata e non è una misura a piacimento ma deve rispettare determinati standard. L’unità di misura adottata è lo shaku (piede, circa 30cm). Il tachi è lungo normalmente più di 2,5 shaku, la katana più di 2, la lama del wakizashi misura tra 1 e 2 shaku, quella del tanto meno di 1 shaku.
Nel valutare il taglio, caratteristica ricercata poiché la katana era essenzialmente un'arma (ed era usata!) la lama veniva provata sui cadaveri o sui prigionieri condannati a morte, misurando sul metro della sezione anatomica più ampia che era possibile tagliare la maggiore o minore efficacia del filo della lama.
L'efficacia della lama naturalmente dipendeva anche dalla manutenzione, che veniva curata non solamente dopo ogni duello od operazione di taglio, pulendola per rimuovere qualunque cosa potesse ossidarla e far perdere la qualità di taglio.

Quando ne fu proibito il porto per legge la katana sopravvisse come oggetto d’arte e di collezionismo e quindi si diede più risalto all’esteriorità della spada, cosa che prima di allora non era presa in grande considerazione dalla maggioranza dei samurai.

Al termine di questa esposizione, durata circa una ora e mezza, il relatore ha risposto alle domande dei presenti, seppur già lo avesse fatto in precedenza.
Ed è qui che ho apprezzato la preparazione di Luca Piatti e il guadagno in termini di comprensibilità, passionalità e capacità di appassionare sull’argomento che ha saputo apportare. Fino a questo punto aveva seguito la traccia dello schema che si era preparato, ma quando ha iniziato ad andare a braccio e misurarsi con l’interesse degli ascoltatori è emersa la preparazione e la grande passione dell’uomo.
Consiglio vivamente di partecipare a questo ciclo di mini conferenze. La prima è stata perduta, ma non del tutto: oltre questo impreciso e risicato resoconto, l’intervento di Piatti sarà pubblicato su Pagine Zen.

Buona katana a tutti!

venerdì 4 ottobre 2013

30° Anniversario FFAAA

Sabato 28 e domenica 29 settembre la FFAAA (Fédération française d'aïkido, aïkibudo et affinitaires) ha festeggiato il 30° Anniversario di attività. Per questa occasione speciale ha presenziato e praticato il Doshu Ueshiba Moriteru alla presenza di quasi 2000 praticanti, compresi 250 provenienti da tutta Europa e dalle Americhe. Hanno praticato, fra gli altri, insieme al Doshu anche Asai Katsuaki Sensei, Christian Tissier Shihan Okamoto Yoko Sensei.


giovedì 3 ottobre 2013

Katana

Ricevo e volentieri pubblico (da Anonimo, ma tanto so chi sei...) questo interessantissimo documentario sulla forgiatura della Katana. Buona visione!