Senpai, indica un
compagno o collega più
anziano o superiore di grado che merita
considerazione e rispetto. Questa parola
risulta intraducibile
nella lingua Italiana.
Il Senpai è “colui che viene prima di voi”
è
colui che è entrato prima di voi sulla via,
nel dojo, ha
iniziato la pratica prima di voi. Potrebbe in alcuni casi avere un
grado
(Kyu-Dan) inferiore al vostro.
Nella tradizione marziale
antica ci si
disponeva in seiza (seduti a terra), in ordine di grado
da destra a sinistra in
fronte al Kamiza o Shomen. Non di rado
allievi con grado più alto di alcuni
Senpai si disponevano, in
segno di rispetto, alla sinistra di questi.
Inversamente al Senpai
vi è il Kōhai, cioè un compagno o un collega più
giovane ed
inesperto. Il Senpai lo prende sotto la sua ala
protettiva, lo
istruisce sullʼetichetta e sui comportamenti da
tenere e lo
introduce alla pratica. Molte volte Senpai e Kōhai
organizzano
bevute o incontri extra dojo per affiatare il
gruppo ed i rapporti
trai componenti.
Il sistema giapponese ha sfruttato le
caratteristiche culturali a
vantaggio dello sviluppo e
dell'organizzazione.
Secondo l'antropologa Nakane Chie si
parla di struttura verticale, riferendosi al sistema gerarchico, che
non è da intendere
come la gerarchia occidentale, ma ad una
strutturazione del
gruppo che è l'unità principale della società
giapponese:
“Non bisogna confondere la gerarchia giapponese con
quella occidentale, come
se fossero equivalenti i rapporti di forza
e le
strutture sociali. Il fine ultimo della gerarchia
giapponese
è la costituzione del gruppo. Gruppo,
che può essere di lavoro, di
studio o familiare.” Perciò l'individuo giapponese tende nelle
presentazioni a specificare l'azienda, l'istituto, la
scuola o la
famiglia, quindi il gruppo, a cui
appartiene prima di ogni cosa,
mentre
l'occidentale dichiara immediatamente il proprio
mestiere e
qualifica. Il sistema di relazione giapponese continua a seguire la
forma
fissata dagli ideali di: gratitudine, lealtà, compassione,
indulgenza e
coinvolgimento.
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