Sono
steso a terra, faccia sul tatami, mentre tori finisce la tecnica.
Ikkyo. Quante volte l'ho fatto? Quante volte ancora lo farò?
Probabilmente ennemila. E ogni volta imparo qualcosa di nuovo. La
tecnica è fondamentalmente sempre quella, non c'è dubbio, ma salta
sempre fuori qualcosa di nuovo. Non importa quanto possa essere
migliorato tecnicamente dall'ultima volta che l'ho fatto, ogni Ikkyo
è diverso da tutti gli altri eseguiti prima. Perché fare bene Ikkyo
non dipende solo da me, dipende dal tori/uke che mi sta di fronte,
dalla sue capacità tecniche e fisiche che mettono sempre alla prova
la mia capacità di adattarmi e mi consentono di imparare ogni volta
qualcosa di diverso. Ikkyo è proprio una grande scuola. Ed è questo
che mi piace dell'Aikido, il continuo dinamismo all'interno di un
sistema altamente formalizzato e l'incessante miglioramento
conseguito grazie al lavoro fatto insieme ai miei compagni.
Perché praticando Aikido non si è mai da soli.
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