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venerdì 20 settembre 2013

Ikkyo e i suoi fratelli


Sono steso a terra, faccia sul tatami, mentre tori finisce la tecnica. Ikkyo. Quante volte l'ho fatto? Quante volte ancora lo farò? Probabilmente ennemila. E ogni volta imparo qualcosa di nuovo. La tecnica è fondamentalmente sempre quella, non c'è dubbio, ma salta sempre fuori qualcosa di nuovo. Non importa quanto possa essere migliorato tecnicamente dall'ultima volta che l'ho fatto, ogni Ikkyo è diverso da tutti gli altri eseguiti prima. Perché fare bene Ikkyo non dipende solo da me, dipende dal tori/uke che mi sta di fronte, dalla sue capacità tecniche e fisiche che mettono sempre alla prova la mia capacità di adattarmi e mi consentono di imparare ogni volta qualcosa di diverso. Ikkyo è proprio una grande scuola. Ed è questo che mi piace dell'Aikido, il continuo dinamismo all'interno di un sistema altamente formalizzato e l'incessante miglioramento conseguito grazie al lavoro fatto insieme ai miei compagni. Perché praticando Aikido non si è mai da soli. 

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