Esiste una espressione in
giapponese “Enzan no Metsuke” (Guardare la Montagna Lontana) che indica l'importanza durante un
combattimento di
avere una visione d'insieme e non di una
singola
parte dell' avversario.
Ad esempio se si pratica Kenjutsu o Kendo
non si
dovrà fissare il Bokken o lo Shinai dell'
avversario, se
si pratica Aikido o Karate, non si
dovrà concentrare lo sguardo
(lʼintenzione)
verso un unico punto, un braccio, una
gamba,
altrimenti si rimarrà prigionieri
del punto
osservato e
facilmente
colpiti. Si dovrà
osservare
invece
l'avversario
sfocandolo
un poco, facendo sì che la vista periferica si
metta
in moto e faccia percepire i suoi
spostamenti rapidi. In questo modo
si potrà
avere una visione d'insieme dellʼavversario e
dellʼambiente
circostante, muovendosi senza essere
colti di
sorpresa.
Questo concetto è stato
adottato
direttamente dalla pratica dello ZaZen (meditazione
seduta).
Il monaco, seduto in assoluta
tranquillità, in perfetta
calma, in asse
con il corpo, respirando tranquillamente, in pace
con se e
lʼambiente circostante, posa lo
sguardo su una parete
(scuola Soto) o sul pavimento a circa 1,50 cm
(scuola Rinzai), come
“Enzan no Metsuke”...
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