“Se non pensiamo che
al solo risultato, che al frutto,
con la nostra coscienza personale,
non possiamo concentrarci né lasciar manifestare pienamente la
nostra energia.
Se si produce solamente lo sforzo, allora, il più
grande
frutto apparirà inconsciamente, naturalmente."
(Taisen Deshimaru Roshi)
(Taisen Deshimaru Roshi)
Nelle Arti Marziali è la
stessa cosa: studiando una tecnica, infatti, è indispensabile
concentrarsi esattamente ed esclusivamente sul qui ed ora, sulla
tecnica (waza), e non sul fatto di dover soggiogare il nostro
compagno ad ogni costo. Colpire o atterrare il nostro compagno è una
conseguenza della tecnica, e non lo scopo. Lo scopo della tecnica è
la tecnica stessa. Infatti, se nell'eseguire una qualsiasi tecnica si
ha come obiettivo primario quello di vincere il nostro compagno,
inevitabilmente non si è concentrati sui punti fondamentali della
tecnica; viceversa, ponendo l'attenzione solo sulla tecnica, colpirlo
o atterrarlo non sarà che una naturale conseguenza. Quindi,
praticando lʼArte Marziale, l'atteggiamento mentale da assumere è
quello che nello zen è detto mushotoku, cioè “lo spirito del non
profitto”: liberarsi
dal passato (paura del fallimento) e dal
futuro (attaccamento al risultato) e vivere pienamente, qui ed ora,
il presente. Attraverso la pratica mushotoku, a poco a poco, si
impara a non perdere di vista il presente e a porre la massima
attenzione ad ogni piccolo gesto, assaporando il gusto di quello che
si sta facendo. Una delle debolezze della nostra cultura è il "fare
per...": qualsiasi cosa noi facciamo, la facciamo per un motivo,
per uno scopo. In questo modo, però, capita spesso di perdere di
vista quello che stiamo facendo, protèsi come siamo verso il
traguardo finale, verso il risultato. Se, alla fine, questo
risultato non dovesse, per i più disparati motivi, arrivare, nascono
inevitabili frustrazioni. Modificare questo atteggiamento mentale
non è sicuramente facile, ma è assolutamente necessario per
praticare la propria Arte Marziale in modo vero. Ed ecco che,
allora, la pratica assume tutto un altro significato rispetto alle
concezioni abituali, lontano dal "fare per...": non si fa
per vincere qualche medaglia o per imparare a difendersi, ma solo per
il gusto di fare dellʼArte, così, senza scopo.
Fonti: Kenshinkan.it
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